venerdì 31 maggio 2013

Metabolismo del glucosio e sistema immunitario

Metabolismo del glucosio e sistema immunitario 

Materiale editoriale - Descrizione e modalità di aggiornamento 


Secondo il Trinity College di Dublino il glucosio dirige la funzione dei linfociti T citotossici contro le cellule malate. La ricerca potrebbe portare allo sviluppo di trattamenti per alcune malattie autoimmuni come sclerosi multipla e artrite reumatoide. Il metabolismo cellulare di alcune cellule immunitarie è strettamente collegato al loro funzionamento, compresa l'efficacia contro le infezioni virali e lo sviluppo di tumori: lo studio, pubblicato sul Journal of Experimental Medicine riguarda in particolare il metabolismo del glucosio nei linfociti T citotossici (CTL) e la loro capacità di acquisire gli strumenti necessari per migrare e distruggere le cellule infette o quelle tumorali. Fino ad oggi il glucosio era considerato solo una fonte energetica, ma questo studio sembrerebbe dimostrare che il metabolismo ha un ruolo molto più importante di quanto pensato finora. In particolare, l'attività delle due proteine mTORC1 e HIF1 sarebbe essenziale per mantenere stabile il metabolismo del glucosio dei linfociti T citotossici, e assicurare il loro normale funzionamento. 
Articolo

giovedì 30 maggio 2013

Dalle cellule cutanee staminali totipotenti?

Dalle cellule cutanee staminali totipotenti? 

Materiale editoriale - Descrizione e modalità di aggiornamento 


Ricordate la pecora Dolly? Ebbene, forse oggi qualcosa di simile potrebbe essere stato effettuato anche nell'uomo. Sulla prestigiosa rivista Cell studiosi dell'Università dell'Oregon guidati da Shoukhrat Mitalipov hanno rivelato di essere riusciti a riportare allo stadio di cellule embrionali cellule cutanee. La tecnica ha previsto il trasferimento del nucleo di una cellula cutanea all'interno di un ovocita, svuotato ovviamente del proprio nucleo. La cellule "ingegnerizzata" è quindi stata in grado di ripartire da zero nel proprio sviluppo, assumendo le caratteristiche di una staminale totipotente. La tecnica, inoltre non sarebbe gravata dal rischio di rigetto perché le cellule verrebbero prelevate dalla stesso paziente cui le staminali costruite in laboratorio sono destinate. Ovviamente siamo solo all'inizio di un percorso sperimentale che dimostri efficacia e sicurezza questa tecnica, che comunque potrebbe rivelarsi vincente per rendere disponibili cellule specializzate per un determinato organismo e quindi aiutare in futuro a trattare patologie neurodegenerative, dal Parkinson alle lesioni spinali. Va detto comunque che alcuni studiosi non sono particolarmente colpiti dall'annuncio degli studiosi americani, che viene visto soprattutto come un passo avanti nella tecnica piuttosto che una vera e propria novità dirompente. 
Articolo

mercoledì 29 maggio 2013

Antiepilettici efficaci contro il cancro

Antiepilettici efficaci contro il cancro 

Materiale editoriale - Descrizione e modalità di aggiornamento 

E se la risposta contro il cancro venisse da un medicinale «vecchio», già usato per altre patologie, ma dalle inaspettate proprietà curative? E' questa la domanda che ha spinto Marco Foiani, direttore di ricerca del ciclo cellulare e stabilità del genoma all'Istituto Firc di Oncologia molecolare di Milano, e Saverio Minucci, direttore della ricerca nelle alterazioni della cromatina nella tumorigenesi dell'Istituto europeo di oncologia, a intraprendere uno studio che oggi gli è valso la pubblicazione sulla rivista Nature. I due studiosi italiani hanno indagato l'attività di due farmaci: l'acido valproico (un anti-epilettico) e la rapamicina (un immunosoppressore utilizzato nel trapianto di organi). Facilitati nei tempi di sperimentazione dal fatto che i farmaci erano già noti e in uso - ma mai indagati fino in fondo nella loro azione biologica - i ricercatori milanesi hanno scoperto che entrambe le molecole agiscono contemporaneamente su alcuni processi importanti per lo sviluppo del tumore: la risposta ai danni al Dna, l'autofagia (la capacità della cellula di auto-distruggersi) e l'acetilazione delle proteine (un processo di regolazione proteica). E' stato così dimostrato che questi tre fattori non sono indipendenti, ma lavorano in stretta correlazione e sinergia nel prevenire la formazione delle cellule tumorali. La scoperta ottenuta con questa tecnica - chiamata drug repositioning - potrebbe però rivelarsi fondamentale non solo nel campo oncologico. «Collegando l'azione dell'acido valproico e della rapaminicina con la risposta al danno al Dna, potremmo avere una chiave di lettura di alcuni risultati affascinanti, ottenuti da studiosi impegnati nella ricerca delle malattie associate all'invecchiamento», ha concluso Foiani.
Articolo

martedì 28 maggio 2013

Malattie sessualmente trasmesse, il ritorno della sifilide

Malattie sessualmente trasmesse, il ritorno della sifilide 

Materiale editoriale - Descrizione e modalità di aggiornamento 


Giovani a rischio di malattie sessualmente trasmesse? Pare proprio di sì: si assiste ad un ritorno della sifilide e di altre patologie a trasmissione sessuale, reso più facile dalla scarsa prevenzione e dalla promiscuità. A ricordarlo è stata Barbara Suligoi, Direttore del Centro Operativo Aids dell'Istituto Superiore di Sanità, in occasione del Congresso della Società Italiana di pediatrica. I casi di sifilide, solo per fare un esempio, sono cresciuti dell'800 per cento dal 1996 al 2008. L'infezione è in crescita soprattutto tra i giovani maschi, in particolare omosessuali. La gonorrea, sempre per rimanere soprattutto nella popolazione maschile, ha invece avuto il suo punto più alto nel 2005. Oggi colpisce il 2,2 per cento dei giovanissimi, contro l'1 per 1000 registrato tra le ragazze. La prevalenza è più alta tra chi ha avuto partner multipli nei mesi precedenti. Si tratta solo di due esempi che fanno capire come il quadro da affrontare sia ancora complesso e come fondamentalmente manchino informazione e diagnosi precoce. Peraltro, la situazione non è allarmante solo in Italia. Secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, 111 milioni di casi di malattie sessualmente trasmesse vengono registrati ogni anno tra i giovani sotto i 25 anni, contro un totale di 448 milioni di casi.
Articolo

lunedì 27 maggio 2013

Tumore al seno, studio italiano promuove la mammografia 3D

Tumore al seno, studio italiano promuove la mammografia 3D 

Materiale editoriale - Descrizione e modalità di aggiornamento 

Tecnicamente permette di avere a disposizione immagini in due dimensione della mammella da angolazione diverse. Queste immagini vengono poi ricostruite da un particolare programma che le rende disponibili in tre dimensioni, e quindi può offrire dati più precisi della classica mammografia in due dimensioni. Questa la teoria che sta dietro alla tomosintesi mammaria, o mammografia 3D, già impiegata in diversi centri italiani. Ora uno studio italiano offre robuste certezze scientifiche agli assiomi tecnici. Secondo la ricerca, apparsa su Lancet Oncology, questo esame potrebbe arrivare a modificare le attuali strategie di diagnosi nello screening mammario. La ricerca, che ha coinvolto 7292 donne di età media di 58 anni tra Verona e Trento, ha consentito di acquisire sia l'immagine mammografia classica in 2 D che quella in 3D. Nel corso dello screening sono state identificate 59 forme tumorali. Ma ciò che più colpisce è che la tomosintesi, appunto l'esame tridimensionale, ha consentito di individuare 20 tumori sui 59 totali, colti solo con questo controllo. Inoltre il test ridurrebbe i falsi positivi. Rimangono comunque da superare alcuni aspetti: innanzitutto per la donne aumenta l'esposizione ai raggi necessari per questo esame, poi non va sottovalutato il costo di una macchina nuova, che va previsto e ammortizzato. 
Articolo

venerdì 24 maggio 2013

Così un quindicenne ha scoperto un esame che svela il cancro

Così un quindicenne ha scoperto un esame che svela il cancro 

Materiale editoriale - Descrizione e modalità di aggiornamento 

A volte non contano né l'età né la preparazione scientifica per realizzare passi avanti in medicina, ma solo un grande desiderio di capire. Potrebbe essere questa la spiegazione alIa vicenda di Jack Andraka, giovanissimo americano che è arrivato a identificare un nuovo test per individuare precocemente il carcinoma del pancreas. A spingere Jack alla ricerca è stata la morte dello zio per questa forma tumorale. Gli "studi" del giovanissimo ricercatore si sono sviluppati su internet, dove Jack ha dapprima trovato una banca dati di circa 8000 proteine potenzialmente correlate con il tumore del pancreas. Una di queste, chiamata mesotelina, è risultata interessante. Per questo il giovane ha sviluppato un test specifico, per individuarla in fase precoce, che ha subito attratto l'attenzione di Abirban Maitra, studioso di primo piano su questa patologia. Il test ha dimostrato di funzionare come un classico test di gravidanza e di poter scoprire la presenza di mesotelina. Grazie a Jack, forse, nel prossimo futuro si potrebbe avere un test di basso costo, veloce ed efficace per individuare precocemente un tumore così complesso da scoprire in fase iniziale e trattare. 
Articolo

L’alimentazione attenta aiuta a controllare l’ipertensione

L’alimentazione attenta aiuta a controllare l’ipertensione 

Materiale editoriale - Descrizione e modalità di aggiornamento 

Meno cibi di produzione industriale, più frutta e verdura. La ricetta per contrastare l'avanzata dell'ipertensione proposta dal Prof. Silvio Garattini, direttore dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, è al contempo semplice e complessa. L'esperto punta il dito soprattutto sull'eccesso di cloruro di sodio, mentre nei Paesi industrializzati, Italia compresa, ogni persona tende mediamente ad assumere più di cinque grammi di questa sostanza ogni giorno. In molti casi, il sale da cucina non viene aggiunto deliberatamente agli alimenti, ma piuttosto si trova già all'interno di numerosi prodotti industriali, per conservarli al meglio e magari aumentarne il sapore. Oltre a controllare il sale, poi, occorre dare al corpo il potassio di cui necessita: in questo caso, l'assunzione limitata di alimenti di natura vegetale come frutta e verdura unita al consumo di prodotti realizzati su scala industriale può portare ad un calo della potassiemia. Purtroppo, se il potassio scende è più facile che si crei ipertensione. Da queste realtà scientifiche emergono i consigli pratici. Consumiamo più vegetali e limitiamo i prodotti di origine industriale. In qualche caso queste semplici misure potrebbero permettere anche di dire addio ai farmaci antiipertensivi.
Articolo

giovedì 23 maggio 2013

Cure antitumorali su misura, grazie ai test

Cure antitumorali su misura, grazie ai test 

Materiale editoriale - Descrizione e modalità di aggiornamento 

Per ora costa ancora troppo. Ma se il prezzo dovesse scendere da 3000 a 150 euro, potrebbe diventare molto più diffuso. Stiamo parlando di un test genetico particolare, già disponibile negli Usa e ora approvato anche nel vecchio continente, che promette di studiare una terapia oncologica su misura per le donne con tumore al seno. L'esame studia 21 geni specifici, la loro interazione e funzionalità, identificando i tumori a bassa probabilità di dare recidive, e dunque trattabili con la sola terapia ormonale, con il risparmio di inutile chemioterapia e dei correlati effetti collaterali. Il test è effettuabile su un campione di tessuto tumorale e andrebbe eseguito prima dell'eventuale trattamento postoperatorio. L'esame, in base alle caratteristiche genetiche che consente di mostrare, può indicare le donne con tumore al seno a rischio elevato di recidiva, per le quali è indicata la chemioterapia e selezionare anche quelle in cui invece la terapia farmacologica non avrebbe significato perché a basso rischio di ripresa di malattia. Come detto il test è però ancora molto costoso, e questo elemento ne limita l'applicabilità. In Italia può essere richiesto solo privatamente ma non viene rimborsato dal Sistema Sanitario Nazionale.
Articolo

mercoledì 22 maggio 2013

Semaforo verde per i vegetariani

Semaforo verde per i vegetariani 

Materiale editoriale - Descrizione e modalità di aggiornamento 

La dieta vegetariana abbassa il rischio cardiovascolare. A dirlo è uno studio pubblicato su American Journal of Clinical Nutrition e condotto all'Università di Oxford su 45.000 persone seguite per una quindicina d'anni. Chi ha escluso la carne, controllando però il rapporto tra i diversi macronutrienti, ha avuto un rischio inferiore di quasi un terzo rispetto a chi invece non ha fatto a meno delle carni nella sua dieta. Secondo gli esperti, un'alimentazione ricca di vegetali e fibre e povera al contempo di grassi di origine animale e carne può essere d'aiuto per mantenere il benessere, come da tempo sottolinea il noto oncologo Umberto Veronesi. Tuttavia occorre prestare attenzione a non esagerare. Perché la situazione non è la stessa per tutti coloro che hanno abbracciato la filosofia del vegetarianesimo. Se da una parte ci sono gli onnivori, quelli che mangiano di tutto, dall'altra ci sono gli ovolatto vegetariani, che rinunciano a carni e pesce ma assumono uova latte e derivati. E poi ci sono i classici vegani che invece rifiutano qualsiasi alimento di origine animale. Secondo Pietro Antonio Migliaccio, Presidente della Società Italiana di Scienza dell'Alimentazione, gli ovolatto vegetariani in ultima analisi "introducono tutte le sostanze necessarie all'organismo, come il calcio del latte o il ferro e le vitamine delle uova. Chi invece segue un'alimentazione vegana può andare incontro a problematiche nutrizionali, soprattutto se non vengono fatti i giusti abbinamenti". Tra i consigli per non rischiare deficit, c'è ad esempio quello della classica pasta e ceci o pasta e fagioli come piatto unico, che consente di avere a disposizione gli aminoacidi essenziali e quindi una corretta sintesi proteica.
Articolo

martedì 21 maggio 2013

Virus HPV, il picco è a vent’anni

Virus HPV, il picco è a vent’anni 

Materiale editoriale - Descrizione e modalità di aggiornamento 


Quando inizia l'attività sessuale prende il via il rischio di infezione da papilloma virus (HPV), ormai riconosciuto responsabile del tumore della cervice uterina, che causa un migliaio di morti l'anno in Italia. Secondo Susanna Esposito, Presidente della Società Italiana di Infettivologia Pediatrica, nel mondo circa il 70 per cento delle donne entra in contatto con questo tipo di virus almeno una volta nella vita, ma è proprio intorno ai vent'anni, con i primi rapporti sessuali che si rileva la maggior prevalenza delle infezioni. Per proteggere le donne da questo rischio è disponibile una vaccinazione che viene prevista in Italia per le ragazzine intorno ai 13 anni, ma al momento la copertura non raggiunge il 70-75 per cento. Secondo l'esperta "la vaccinazione non è stata percepita in tutta la sua importanza. Il fatto che vi fosse già un intervento di prevenzione secondaria come il Pap-test ha fatto ritenere che la vaccinazione costituisse una sorta di doppione in fondo non necessaria". Questo atteggiamento è profondamente sbagliato, soprattutto se si considera che proprio in età giovanile, appunto intorno ai vent'anni, si concentra il momento di contatto con il virus.
Articolo

Dalle scarpe ai farmaci, in lotta contro l’artrosi

Dalle scarpe ai farmaci, in lotta contro l’artrosi 

Materiale editoriale - Descrizione e modalità di aggiornamento 


Per fronteggiare l'avanzata dell'artrosi, negli Usa stanno studiando scarpe particolari in grado di rendere più fisiologico il posizionamento del piede sul terreno e favorire lo scarico dalle articolazioni, in primo luogo quella del ginocchio. Uno studio dimostra che queste calzature possono avere qualche effetto positivo, ma la realtà dice che ancora occorre puntare su trattamenti farmacologici e non. Secondo Gerolamo Bianchi, responsabile della Reumatologia della Asl 3 genovese, "oggi esistono farmaci che modificano la struttura della malattia e non non puntano solo a preservare la salute della cartilagine, ma anche ad aiutare l'osso che sta immediatamente in prossimità di questa, perché in caso di artrosi può soffrire. Inoltre oggi esistono medicinali impiegati per la cura dell'osteoporosi che hanno dato risultati incoraggianti anche nel trattamento dell'artrosi, proprio perché agiscono sull'osso, senza ovviamente dimenticare i classici Fans. Di interesse paiono anche le infiltrazioni di acido ialuronico che possono avere azioni diverse in base al peso molecolare della sostanza iniettata. L'acido ialuronico ad elevato peso molecolare lavora infatti come lubrificante dell'articolazione e quindi può aiutarne il movimento, ed è indicato soprattutto nelle forme più gravi. La stessa sostanza, ma con peso molecolare più basso, può invece avere un'azione simili e migliorare il trofismo della stessa cartilagine.
Articolo

lunedì 20 maggio 2013

Movimento su misura per una salute di ferro

Movimento su misura per una salute di ferro

Materiale editoriale - Descrizione e modalità di aggiornamento



Lo sport può essere una medicina, che proprio per questa sua prerogativa va assunta con dosaggi precisi e in base alle caratteristiche della persona che lo pratica. Farne poco non serve, ma esagerare può dare effetti collaterali. Così dice Gianfranco Beltrami, docente del corso in Scienze Motorie dell'Università di Parma e membro del consiglio direttivo della Fmsi (Federazione medico sportiva italiana). Occorre quindi predisporre un piano su misura per ognuno e la "ricetta" va prescritta da uno specialista in medicina dello sport, specie se è presente una malattia cronica. In questo modo si evitano i rischi di "overdose" di questa terapia naturale, che possono danneggiare l'apparato muscolo-scheletrico. Fatte queste necessarie precisazioni, via libera a movimento che ha un lungo numero di indicazioni come "coadiuvante" in diverse patologie. Basti pensare ad esempio alle malattie cardiovascolari, prima tra tutte l'infarto: anche in seguito ad un episodio ischemico acuto del cuore si può programmare un'attività fisica mirata, che preveda sport aerobici, ricordando che la prescrizione deve mutare in base all'età. Allo stesso modo lo sport può essere una terapia in caso di obesità o di malattie del metabolismo e addirittura aiutare a riprendersi chi soffre di depressione. Solo ci vuole sempre la corretta indicazione e il ruolo del medico è vitale per ottimizzare il rapporto rischi-beneficio di questo trattamento.
Articolo

venerdì 17 maggio 2013

E’ italiano un innovativo neurostimolatore cerebrale

E’ italiano un innovativo neurostimolatore cerebrale

Materiale editoriale - Descrizione e modalità di aggiornamento 


Parlare con i neuroni e arrivare al punto di interagire con la loro attività. Quello che poteva sembrare un sogno sta per diventare realtà, grazie ad una particolare piattaforma realizzata in Italia, presso il CNR di Bologna. Gli studiosi sono riusciti a realizzare un particolare elettrostimolatore definito tecnicamente Ocst (Organic cell stimulating and sensing transistor) e i risultati di questa ricerca sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista Nature Materials. Il dispositivio, eprfettamente biocompatibile ed organico e quindi non gravato da un eventuale rischio di rigetto, è in grado di svolgere una doppia azione: da un lato registra l'attività neuronale, dall'altro la stimola, in un costante contatto bidirezionale che permette di interagire al meglio con le cellule nervose. L'obiettivo finale di questo dispositivo, una volta che dovesse diventare disponibile in clinica, potrebbe consistere in una sorta di azione vicariante l'attività di neuroni che hanno perduto le loro capacità funzionali. Questo tipo di situazione si può esservare ad esempio in caso di patologie neurodegenerative, come ad esempio la malattia di Parkinson, o anche dopo un trauma che abbia coinvolto la componente neuronale creando danni significativi.
Articolo

L’allergia peggiora in classe!

L’allergia peggiora in classe! 

Materiale editoriale - Descrizione e modalità di aggiornamento 


Muffe, ambiente umido, batteri a gò-gò. Nelle aule italiane cresce il rischio di patologie respiratorie e in particolare di allergie. Sono esposti a questi invisibili problemi soprattutto i bambini. sia chiaro: la limitata salubrità delle classi non è un problema solo italiano, ma occorre sicuramente fare qualcosa per frenare l'incessante avanzata delle allergie. Un bambino su tre in Europa avrebbe problemi di questo tipo. A lanciare l'allarme su un luogo che spesso non viene considerato, ma nel quale i bambini passano quasi un terzo della loro giornata, sono i risultati delle ricerche condotte dal gruppo Gard I che raccoglie tra gli altri immunologi, igienisti e pediatri. Lo studio è stato promosso dalla Commissione europea in cinque Paesi ed ha coinvolto in Italia 21 classi della scuola primaria. I dati emersi dalla ricerca sono sicuramente preoccupanti: senza un'adeguata ventilazione in due terzi delle aule i livellli di polveri sottili risultano superiore ai limiti consigliati. I nemici legati all'inquinamento indoor, oltre a quelli sopracitati, sono davvero moltissimi: basti pensare alla formaldeide che si sprigiona dagli arredi. Tra le contromisure, una appare quasi elemntare nella sua semplicità. Basta aumentare l'aerazione negli ambienti e ci vuole poco: spalancare le finestre può essere una misura semplice ma efficace per contrastare il fenomeno.
Articolo

giovedì 16 maggio 2013

Malaria e viaggi, si punta a prevenzione personalizzata

Malaria e viaggi, si punta a prevenzione personalizzata 

Materiale editoriale - Descrizione e modalità di aggiornamento 



Circa 700 casi l'anno, con mortalità dell'1-2 per cento. Questa la situazione epidemiologica della malaria in Italia, che è quasi sempre legata a trasferte nelle zone endemiche della malattia come l'Africa subsahariana, l'Asia centro-meridionale la fascia tropicale dell'America latina. Per contrastare i rischi si punta alla prevenzione tramite assunzione di antimalarici, che elimina le possibilità di contagio di oltre il 95 per cento. E proprio sulla profilassi farmacologica hanno fatto il punto gli esperti della Società Italiana di Medicina Tropicale, valutando come ci siano persone che assumono regolarmente gli antimalarici e altre che invece non seguono questa forma di prevenzione, soprattutto per evitare gli effetti indesiderati legati ai loro effetti. Sulla scorta di queste osservazioni, gli esperti puntano ad una prevenzione personalizzata. "Bisogna considerare preventivamente e di volta in volta quando è meglio fare il trattamento e quando lo si può evitare - fa sapere Guido Calleri, coordinatore del Gruppo di lavoro che ha preparato le linee-guida nazionali". Il rischio di malaria varia infatti anche in base a diversi altri elementi: l'itinerario del viaggio, visto che in montagna e nel deserto non ci sono zanzare, la stagione, la presenza di sistemi protettivi. La profilassi viene consigliata tassativamente solo per chi va in Africa sub-sahariana, in Birmania e nell'Indonesia orientale, in Oceania e in piccole zone dell'Amazzonia.

mercoledì 15 maggio 2013

Micoeditoriale Maggio 2013

Micoeditoriale Maggio 2013 

M. di Parkinson 

Articoli Micomedicina

Cari lettori della micomedicina, eccoci con il consueto appuntamento mensile con i funghi medicinali e le terapie simbiotiche di accompagnamento. Ospite d’onore nel paginone centrale è l’Albatrellus ovinus o fungo del pane per la consistenza ed il sapore che lo ricorda. Ebbene l’Albatrellus con una sostanza, la Scutigeral, già brevettata, stimola i recettori intracerebrali vanillinici concorrendo a produrre, dalla sostanza nera, la dopamina (metabolizzando la L-dopa presente), in concentrazioni realmente efficaci e costanti nel tempo, con nessun effetto collaterale e tale da renderlo partner ideale degli attuali farmaci a base di L-dopa gravati da problemi di breve emivita e di scarsa costanza di assorbimento nel tempo. Ma perché non lo producono ? I misteri delle case farmaceutiche. Altra pianta che può benissimo sopperire alla l-dopa è la Macuna pruriens , un legume tropicale, che funziona come e meglio della stessa L-dopa, ed in accoppiata con l’Albatrellus sarebbe un farmaco totalmente naturale e di grandi prospettive…c’è qualche casa farmaceutica all’ascolto? Eppure noi un farmaco già lo avevamo per il Parkinson e che deriva dal un fungo, la Claviceps purpurea , (la segale cornuta) responsabile di epidemie di ergotismo (sindrome convulsiva con epilessia e allucinazioni) tale da farlo considerare nel medioevo come il segno della presenza del diavolo, ed è la Bromocriptina un derivato dell’ergotamina, un alcaloide naturale prodotto da Claviceps purpurea che si comporta da agonista dei recettori dopaminergici come tutti i prodotti fin qui evidenziati e soppiantato da questi per maggior efficacia e specificità d’azione. Stavamo parlando di recettori dopaminergici ed allora venga il peperoncino Capsicum annuum con la capsaicina ed i recettori nicotinici, che come sottolineato nell’articolo, appartenendo alle solanacee come il tabacco, vengono stimolati dal fumo, dando così credito a quanto affermato da studi americani che vi sia un rischio più elevato del 30% nei non fumatori piuttosto che per i fumatori di ammalare di Parkinson e che tale rischio si annulla secondo la dott.ssa Susan Searles Nielsen del Washington Department of Enviromental, mangiando peperoncino almeno due volte alla settimana. Coenzima Q10 e creatina sono sostanze che danno energia, la Vitamina C è il più potente degli antiossidanti. Il Coe- Q10 è stato saggiato ad un dosaggio di 1200 mg/die in un gruppo di 20 malati con le migliori performances ottenute. Da ultimo il mio amato Tai Chi che ha ottenuto un grande riconoscimento dal prestigioso New England Journal of medicine nel 2012, migliorando nei malati parkinsoniani l’equilibrio, la flessibilità, il rafforzamento muscolare ed il controllo direzionale riducendo il numero di cadute…insomma un buon lavoro che fatto in un’ottica di integrazione credo porterebbe a risultati eccezionali anche in malati difficili come i pazienti affetti dal M. di Parkinson. Buona lettura e mi raccomando Commenti! 
Dott Maurizio Bagnato MD © 2013

Epatite C, un nuovo farmaco per chi non regge l’interferone

Epatite C, un nuovo farmaco per chi non regge l’interferone

Materiale editoriale - Descrizione e modalità di aggiornamento 


Sta per arrivare un nuovo medicinale mirato per la cura dell'epatite C, patologia virale che interessa un milione e 250mila italiani e può condurre a tumore del fegato. Si chiama sofosbuvir ed è un inibitore della polimerasi NS5B, cioè una proteina fondamentale per la replicazione virale. Negli studi clinici presentati al congresso dell'European Association of the Study of the Liver (Easl) tenutosi ad Amsterdam, il farmaco ha fatto rilevare una percentuale di eradicazione virale che può arrivare anche la 90 per cent e poco tempo, e senza dover ricorrere all'interferone. Secondo Massimo Colombo, direttore di Medicina Specialistica e Trapianti d'Organo all'Università di Milano, il nuovo farmaco potrebbe rivoluzionare la terapia in particolare nelle categorie virali in cui agisce senza interferone, ovvero i genotipi 2 e 3. Sempre secondo l'esperto, in pratica la somministrazione della molecola, che si assume per via orale, non è gravata da effetti collaterali e non induce resistenze genetiche nel virus, evitando quindi i frequenti controlli della carica virale. Per quanto riguarda la disponibilità della terapia sul mercato europeo, si attende il via libera dell'Ema tra i 2014 e il 2015.
Articolo

martedì 14 maggio 2013

Ricerche farmacologiche e progetti di collaborazione contro la necrosi ossea

Ricerche farmacologiche e progetti di collaborazione contro la necrosi ossea 

Materiale editoriale - Descrizione e modalità di aggiornamento

L'infarto del tessuto osseo, privato della sua componente ematica, è una delle condizioni più temute in ortopedia. Ma la scienza cerca di trovare una soluzione anche per questo problema. La buona notizia viene da Francesco Sadile, Direttore dell'Ortopedia e Traumatologia dell'Università Federico II di Napoli, nell'ambito di un convegno tenutosi nel capoluogo campano. Si stanno conducendo studi sperimentali finalizzati alla messa a punto di nuovi farmaci deputati alla rigenerazione ossea per giungere ad un trattamento per via orale in grado di migliorare la cura delle fratture. Importante, secondo gli esperti, è anche studiare il fenomeno della necrosi ossea per ridurre il numero di pazienti che debbono ricorrere alle protesi, soprattutto se in giovane età, cioè intorno ai 50 anni. Il progetto messo a punto a Napoli dallo stesso Sadile prevede un'interscambio continuo tra tutti i sanitari, specialisti e non, che prendono in esame il paziente a rischio perché con fastidi agli arti. L'obiettivo è intervenire prima che si crei la necrosi vera e propria, che spesso può diventare difficilissima da curare in fase avanzata. Il web potrebbe diventare quindi la "piazza" virtuale in cui i medici si scambiano le loro opinioni, a tutto vantaggio del paziente.
Articolo

Tumori, la prevenzione passa dallo stile di vita

Tumori, la prevenzione passa dallo stile di vita

Materiale editoriale - Descrizione e modalità di aggiornamento 



Sette su dieci. Tanti potrebbero essere i tumori prevenuti, o almeno individuati precocemente e quindi aggredibili con armi ben più efficaci, se solo tutte le persone facessero proprie le indicazioni degli esperti su alimentazione e abitudini di vita e soprattutto se si aderisse ai programmi di screening. Purtroppo però non si riesce a raggiungere questo importante obiettivo. Ed è per questo che l'AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) punta a ricordare l'importanza di prevenzione e diagnosi precoce nella lotta ai tumori: lo fa nell'ambito della Festa della Mamma, in programma il prossimo 12 maggio, proponendo su oltre 3600 piazze italiane la Giornata dell'Azalea della Ricerca. L'obiettivo è raccogliere fondi per finanziare nuovi progetti di ricerca in oncologia.
Articolo

lunedì 13 maggio 2013

Microalbuminuria, test importante per il rischio cardiovascolare

Microalbuminuria, test importante per il rischio cardiovascolare

Materiale editoriale - Descrizione e modalità di aggiornamento 

C'è una spia semplice e a basso costo per identificare chi è a maggior rischio d'infarto. E' dal tutto indolore, e si scopre con un comune esame delle urine. Si chiama microalbuminuria: la presenza di piccole tracce di proteine può essere indice non solo di danno renale, ma anche di alterazioni della permeabilità delle arteriole renali e quindi mettere in evidenza un problema vascolare presente in tutto l'organismo. La microalbuminuria, una lieve ma anormale escrezione urinaria di albumina (evidenziabile con un test di laboratorio specifico ma ormai ampiamente disponibile), è quindi un potente marcatore integrato di rischio nell'ipertensione arteriosa. Numerosi studi clinici hanno documentato una stretta correlazione tra microalbuminuria e vari fattori di rischio metabolici e non, nonché vari segni clinici di danno agli organi bersaglio: ipertrofia ventricolare sinistra, ispessimenti e placche aterosclerotiche alle carotidi. Dalla microalbuminuria, il discorso passa comunque all'ipertensione. Secondo lo studio Pamela, condotto in Lombardia, solo il 21 per cento dei pazienti ipertesi oggi è ben controllato in Italia. "Il principale ostacolo alla terapia ipertensiva è la bassa aderenza - fa notare Giuseppe Mancia direttore della Clinica Medica e del Dipartimento di Medicina dell'Università Milano Bicocca presso l'ospedale San Gerardo di Monza. Dobbiamo allargare ad ampie fasce della popolazione i benefici che abbiamo con le attuali terapie".
Articolo

sabato 11 maggio 2013

Melanoma, la protezione inizia fin da piccoli

Melanoma, la protezione inizia fin da piccoli

Materiale editoriale - Descrizione e modalità di aggiornamento


Mai esporre al sole diretto i bambini che hanno meno di un anno di età. E, più in generale, la pelle dei più piccoli va sempre protetta dalle radiazioni solari e non solo per favorire il benessere cutaneo da adulti. Secondo Giuseppe Tomassini, coordinatore nazionale dell'Associazione Dermatologi Ospedalieri Italiani (ADOI) anche il melanoma pediatrico va seguito con grande attenzione, visto che l'incidenza di questa condizione aumenta del 2,9 per cento l'anno. Anche se i melanomi in età pediatrica rappresentano solo il 2 per cento del totale di queste forme tumorali, dunque, è fondamentale che tutti conoscano le semplici regole di prevenzione per contrastare i danni da radiazioni solari.
Articolo

Al via un progetto per fronteggiare ipertensione resistente e ictus

Al via un progetto per fronteggiare ipertensione resistente e ictus 

Materiale editoriale - Descrizione e modalità di aggiornamento

Mancano le cifre per definire con precisione le strategie d'attacco ad ipertensione che non si può controllare con i medicinali ed ictus cerebrale, due condizioni strettamente collegate tra loro con la prima che rappresenta il principale fattore di rischio per il secondo. E così in Lombardia ci si attrezza. Come? Con un progetto che punta a scoprire prima di tutto la realtà epidemiologica di alcuni fenomeni, prima tra tutti l'ipertensione resistente, per poi mettere a punto strategie mirate sempre più efficaci per contenere i rischi. L'iniziativa si chiama progetto Orme, acronimo che sta per Outcomes Research and Medtech Efficiency) e monitorerà la situazione in sette diverse aree. Oltre all'ipertensione resistente, si valuteranno la gestione del sangue in chirurgia, la morte improvvisa di natura cardiaca e lo scompenso, le malattie degenerative della colonna vertebrale, la sincope, la fibrillazione striale e lo scompenso cardiaco. L'obiettivo è quello di fare il punto sui reali numeri di questi fenomeni e soprattutto dei quadri che non vengono adeguatamente trattati con le strategie attualmente disponibili: ad esempio, parlando di pressione alta, circa il 20 per cento dei maschi e una donna su quattro si trovano a fronteggiare valori pressori alti, superiori cioè a 140 per la sistolica e a 90 di diastolica, con un evidente aumento del rischio di ictus e infarto.
Articolo

venerdì 10 maggio 2013

Depressione post partum, più attenzione al problema

Depressione post partum, più attenzione al problema

Materiale editoriale - Descrizione e modalità di aggiornamento



L'umore nero al termine della gravidanza, secondo le statistiche, colpisce circa il 10-15 per cento delle donne in dolce attesa, indipendentemente dallo stato sociale e dalle condizioni economiche. Ma purtroppo solo in meno di un caso su due si arriva a riconoscere e diagnosticare la patologia, che peraltro, spesso, comincia a dare segni della sua presenza già prima della fine della gravidanza. Per favorire la conoscenza di questa condizione e combattere il fenomeno, è in corso la campagna "A Smile for Moms", "Un sorriso per le mamme". voluta dall'Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna. Tra i diversi strumenti dell'iniziativa c'è anche un sito internet dedicato alla patologia, su cui si possono trovare importanti indicazioni pratiche e riferimenti per le cure (www.depressionepostpartum.it). "Prevenire la depressione in gravidanza e nel post partum oggi è possibile - spiega Claudio Mencacci, Direttore del Dipartimento di Neuroscienze presso l'ospedale Fatebenefratelli Oftalmico Melloni di Milano. Conosciamo i diversi fattori di rischio e i diversi fattori di protezione; poterlo comunicare alle neomamme e alle neo coppie diventa una assoluta priorità per consentire di vivere questo periodo in modo felice anche a quelle donne per cui la depressione è ancora un ladro che ruba la maternità".
Articolo

giovedì 9 maggio 2013

Dalla LILT le ricette antifumo

Dalla LILT le ricette antifumo

Materiale editoriale - Descrizione e modalità di aggiornamento 

Ogni persona che soffre di patologie correlate al fumo costa allo stato 200.000 euro. E' la stima di Francesco Schittulli, presidente della Lega Italiana per la Lotta ai Tumori, che si scatena contro i rischi legati alle sigarette ricordano un'altra cifra: i casi di malattia evitati eliminendo il fumo sarebbero circa 60.000 l'anno. E ricorda che il consumo di tabacco è la maggior causa di morte prevenibile, con dodici decessi al minuto del mondo. Tra i richiami dell'esperto, anche quelli relativi al fumo passivo, che sarebbe responsabile di oltre 600.000 decessi l'anno nel mondo. Ancora oggi, in Europa, secondo l'OMS 78 bambini su 100 convivono con un fumatore.
Articolo

Quando le cattive abitudini tolgono il sonno!

Quando le cattive abitudini tolgono il sonno! 

Materiale editoriale - Descrizione e modalità di aggiornamento


Quante volte i pazienti si lamentano di non riuscire a dormire come vorrebbero! Eppure possono bastare alcune semplice regole, oltre a modificazioni dello stile di vita, per favorire un rapido abbraccio di Morfeo. Ne è convinto Raffaele Manni, Responsabile del centro di medicina del sonno dell'Istituto Mondiano di Milano, che ricorda come esista "una serie di comportamenti, la maggior parte facilmente perseguibili, che fisiologicamente favoriscono un buon sonno notturno". Oltre a consigliare l'impiego di diari del sonno per l'autovalutazione e il controllo dei comportamenti di chi soffre di questi problemi, l'esperto ricorda come innanzitutto occorra agire sull'ambiente in cui si dorme. In poche parole, attenzione a fattori come la luce o i rumori che possono stimolare il sistema nervoso centrale attivando i meccanismi di veglia e quindi contrastano il normale riposo. Allo stesso modo, niente sigaretta la sera visto che la nicotina ha effetti eccitanti sul sistema nervoso: né occorre puntare sull'effetto ipnoinducente dell'alcol, che esiste ma è estremamente rapido e quindi di breve durata. Per quanto riguarda l'alimentazione, infine, meglio ricordare che la sera può essere utile una dieta ricca di carboidrati che facilita l'assorbimento di triptofano e quindi favorisce la sintesi di serotonina, importante nella regolazione del sonno.

Articolo

mercoledì 8 maggio 2013

Via libera alla cannabis per uso terapeutico in 18 stati americani

Via libera alla cannabis per uso terapeutico in 18 stati americani

Materiale editoriale - Descrizione e modalità di aggiornamento



L' "erba" diventa ufficialmente uno strumento di cura per diverse malattie. Mentre in Italia la marijuana viene considerata solo sostanza psicoattiva stupefacente illegale, negli Usa, dove pure viene classificata come droga illecita, si fa strada il suo impiego terapeutico. Accade in 18 stati oltre al distretto di Columbia, quindi, quello che in Europa sta portando avanti la Repubblica Ceca, che punta ad attribuire le licenze di coltivazione sul territorio nazionale ed acquista la sostanza dall'Olanda in via del tutto legale. L'impiego della cannabis in medicina, peraltro, appare confortato da diversi studi. Ad esempio trials clinici internazionali dimostrano l'efficacia dei principi attivi in essa contenuta nel trattamento del dolore cronico e di nausea e vomito in malati oncologici che seguono cicli di chemioterapia, oltre che nella cura del dolore neuropatico in pazienti con infezione da Hiv. Altre ricerche, seppur molto limitate, dimostrano effetti positivi dell'erba in pazienti con epilessia e sclerosi multipla o con glaucoma, pur se l'effetto è estremamente ridotto nel tempo e sarebbero necessarie più somministrazioni quotidiane. A fronte di questo, rimangono comunque i potenziali effetti indesiderati a livello cerebrale, come ad esempio possibile comparsa di perdita di memoria e ansia, oltre all'accelerazione della frequenza cardiaca.
Articolo

martedì 7 maggio 2013

Troppi esami non servono al cuore

Troppi esami non servono al cuore

Materiale editoriale - Descrizione e modalità di aggiornamento 

Più attenzione al dialogo con il paziente e meno esami diagnostici, che a volte sono inutili perché non offrono un sostanziale incremento sulle conoscenze e, soprattutto, possono anche creare stress immotivati. Per il cuore, ad esempio, ci vorrebbe molta attenzione a prescrivere esami come lo "score del calcio", che misura eventuali calcificazioni, indice indiretto di eventuali "blocchi" alla circolazione all'interno delle arterie. L'esame, che prevede l'esecuzione di una TC, non andrebbe eseguito ad esempio quando il paziente ha già una diagnosi di malattia coronarica oppure ha già subito il posizionamento di uno stent o ancora è stato sottoposto a by-pass. Allo stesso modo, il test non andrebbe eseguito prima di un intervento chirurgico, ovviamente in assenza di condizioni particolari, perché non dà informazioni precise sull'effettivo rischio futuro. Molto utile, sempre e comunque, è invece un'attenta stratificazione del rischio del singolo paziente, che può essere fatta utilizzando le Carte del Rischio. L'aubo delle TC coronariche è solo una delle 135 cattive abitudini entrate a far parte delle abitudini prescrittive pur senza una solida realtà clinica messe all'indice dalla campagna "Choosing Wisely", letteralmente scegliere con saggezza, lanciata negli Usa con lo scopo di ridurre l'eccesso di esami e l'ipermedicalizzazione di diverse condizioni che non sono così gravi, ma possono essere affrontate con maggior tranquillità. L'iniziativa è stata voluta dell'American Board of Internal Medicine Foundation, e ha coinvolto ben 17 società scientifiche d'oltre Oceano che hanno dato il loro contributo scientifico. La raccomandazione mira a medici e pazienti, che dovrebbero avere un rapporto più chiaro senza seguire "mode" scientifiche
Articolo

lunedì 6 maggio 2013

Quanto vale la terapia del movimento!

Quanto vale la terapia del movimento!

 Materiale editoriale - Descrizione e modalità di aggiornamento 



 Più attività fisica per combattere le malattie. E non solo il diabete di tipo 2 - chi ne soffre trae vantaggio da una regolare attività aerobica che aumentano la sensibilità all'insulina e stimola il pancreas - o per l'emofilia o le malattie della coagulazione. Il movimento regolare non deve essere riservato solamente a chi intende perdere peso o rinforzare i propri muscoli, ma diventa uno strumento di benessere per l'organismo perché attiva una serie di risposte estremamente positive per la salute e addirittura può far parte del percorso di cura di moltissime patologie oltre a quelle sopracitate. L'importante, quindi, è muoversi, ricordando che a volte è anche necessario un controllo medico e il consiglio di chi ci ha in cura per evitare che l'attività fisica possa rivelarsi un boomerang per la salute.

Articolo

domenica 5 maggio 2013

Un buon riposo per vivere meglio

Un buon riposo per vivere meglio

Materiale editoriale - Descrizione e modalità di aggiornamento 





 Il sonno è un bisogno fondamentale del nostro organismo, come bere e mangiare. Il corpo ha bisogno di crescere ed invecchiare in un ambiente armonico ed equilibrato e la salvaguardia di un corretto riposo costituisce una tappa fondamentale. Chi dorme troppo o troppo poco va più facilmente incontro a problemi di salute, che a volte non vengono considerati o sono poco conosciuti. Ad esempio il sonno -è fondamentale per la riparazione dei tessuti. Ci sono studi che mostrano che chi dorme di meno ha un rischio aumentato di cancerogenesi. Ed è anche alleato del sistema immunitario: la reazione delle nostre difese è più vigorosa durante il sonno e aiuta a combattere le infezioni in corso e anche prevenirle. C'è un legame inoltre con la memoria. Nel sonno Rem, la fase in cui si fanno i sogni, secondo recenti ricerche si fa pulizia della mente, si consuma l'azione della deframmentazione: ordiniamo file, incaselliamo informazioni e facciamo spazio agli altri ricordi da incamerare. Grossolanamente i disturbi del sonno si possono distinguere in ipersonnie (primarie come la narcolessia o secondarie come la sindrome delle apnee ostruttive nel sonno), insonnie, disturbi del ritmo circadiano e parasonnie (del sonno REM o del sonno NREM). Esiste poi una specifica tipologia di crisi epilettiche ad estrinsecazione notturna che talvolta mima le caratteristiche tipiche di parasonnie come il sonnambulismo.
Articolo

sabato 4 maggio 2013

Il menù dei sogni d’oro

Il menù dei sogni d’oro 

Materiale editoriale - Descrizione e modalità di aggiornamento 



Mangiare bio fa bene al sonno. E' quanto emerge da uno studio condotto da ricercatori dell'Università di Santa Clara, in California pubblicato da Psychological Reports. Ne parla Salute del Corriere della Sera. I ricercatori hanno sottoposto a 49 studenti un questionario sulla frequenza di consumo di certi alimenti ed un test per indagare le caratteristiche dei sogni. «Si è così visto che gli studenti che dichiaravano di mangiare alimenti biologici riportavano sogni più frequenti, più sogni ricorrenti che, con significativa frequenza riguardavano l'acqua e il volo e, in generale, sogni più piacevoli rispetto agli studenti che preferivano alimenti tipici dei fast food. Tutto questo ha condotto gli autori a due tipi di osservazioni: la preferenza per i cibi bio potrebbe stimolare il ricordo dei sogni, mentre cibi meno salutari potrebbero ridurlo. Inoltre una dieta ricca di grassi saturi potrebbe aumentare i sogni poco piacevoli». «Una delle ipotesi avanzate dagli autori della ricerca, per spiegare queste correlazioni, che restano da approfondire, si riallaccia all'importante influenza esercitata dall'alimentazione sulle attività cerebrali. È infatti noto che la carenza di antiossidanti e di alcune vitamine e minerali (come i composti fenolici, la vitamina C , la E , il ferro, il magnesio) ha un effetto negativo sulle attività cerebrali, fra le quali è inclusa anche quella onirica. Mentre è stato suggerito che una dieta ricca di acidi grassi saturi e colesterolo possa influire negativamente su apprendimento e memoria. E fra le principali «colpe» attribuite ai fast food c'è proprio quella di fornire troppi grassi saturi e poche sostanze protettive, come composti fenolici, vitamine e minerali, ben presenti, invece, in frutta, verdura, cereali integrali, probabilmente ancor più se provenienti da agricoltura biologica». Ultima annotazione: è stato anche riportato che chi soffre di anoressia ha sogni meno colorati e ricorda con più difficoltà la propria attività onirica.
Articolo

venerdì 3 maggio 2013

Il sonno aiuta a ricordare

Il sonno aiuta a ricordare

Materiale editoriale - Descrizione e modalità di aggiornamento



La rivista Science pubblica i risultati di un esperimento della Northwestern University di Chicago che associa immagini viste durante il giorno ai suoni corrispondenti; mentre dormiamo il nostro cervello continua a lavorare per consolidare quello che abbiamo imparato. L'esperimento condotto dagli scienziati statunitensi su 12 persone, suggerisce che il sonno è un momento importante per il consolidamento del ricordo di avvenimenti già sperimentati. «I neuroni non dormono mai - ricorda il professore Piergiorgio Strata, dipartimento di neuroscienze dell'università di Torino - dormire è fondamentale per immagazzinare le informazioni. La riprova è che all'opposto, un cervello in coma non trattiene memoria».
Articolo Sito

giovedì 2 maggio 2013

Influenza, tutta colpa di un gene

 Materiale editoriale - Descrizione e modalità di aggiornamento



 La scoperta è di alcuni ricercatori inglesi: se ci si ammala tanto o poco d'influenza dipende da un gene, insomma è scritto nel nostro DNA. L'influenza, la malattia più comune al mondo, può avere effetti molto diversi sulle persone e sui sistemi immunitari e adesso lo studio, pubblicato su Nature, chiarisce il perché. Gli scienziati dell'università di Edimburgo e del Wellcome Trust Sanger Institute di Cambridge hanno scoperto che dipende tutto dalla mutazione del gene IFITM3. I ricercatori hanno analizzato il DNA di 60 pazienti ricoverati in terapia intensiva per influenza. Il loro gene IFITM3 era quasi sempre mutato e quindi non produceva abbastanza proteine che impediscono al virus di espandersi ai polmoni. Per una riprova, gli scienziati hanno tolto IFITM3 al DNA di alcuni topi cavia e poi li hanno infettati con un normale virus influenzale. Tutti gli animali sono morti in breve tempo. La buona notizia è che la mutazione è piuttosto rara. Lo studio dimostra per la prima volta il legame tra un gene e il sistema immunitario. Una scoperta importantissima perché in futuro tutti potrebbero analizzare il proprio DNA in cerca del gene mutato e chi ne è portatore potrà evitare spiacevoli e potenzialmente pericolose complicazioni grazie ai vaccini disponibili.
Articolo Micomedicina

mercoledì 1 maggio 2013

Screening del cancro colon-retto alternativo alla colonscopia

Screening del cancro colon-retto alternativo alla colonscopia 

Materiale editoriale - Descrizione e modalità di aggiornamento


 A Chicago, al megaconvegno dei radiologi nordamericani (Rsna) è stata presentata la possibilità di sostituire l'invasiva colonscopia con lo screening del cancro colon-retto. Uno dei progressi nella diagnostica delle immagini, annunciati al convegno e presentati da Salute di Repubblica. «Si tratta, - spiega Salute - come ricorda l'indagine conoscitiva avviata dalla Sirm, Società dei radiologi italiani, di una "metodica in fase di validazione clinica ma di fatto entrata nell'uso di molte realtà". È un'apparecchiatura di Tomografia computerizzata (Tc) con un software di analisi che "srotola" virtualmente il colon per permettere al medico di visualizzare l'intera parete interna: durata 15 minuti, due scansioni (in posizione prona e supina)». Tra le altre tecnologie utilizzabili, vengono elencate anche la Risonanza magnetica e l'associazione Pet/Tc, che evidenzia alterazioni metaboliche prima delle eventuali modificazioni anatomiche.