Un team multidisciplinare di ricercatori guidato da Attilio Bondanza, responsabile dell'Unità di Immunoterapia delle Leucemie dell'Ospedale San Raffaele di Milano, grazie ad un finanziamento AIRC, ha messo a punto una nuova strategia per combattere la leucemia mieloide acuta e il mieloma multiplo. Lo conferma uno studio pubblicato su Blood: la nuova ipotesi di lavoro si basa sul ruolo dei linfociti T e in particolare sulla loro capacità di riconoscere antigeni espressi dalle cellule tumorali, moltiplicarsi in base a questo "stimolo" ed attaccare il tumore stesso. La tecnica messa in atto al San Raffaele punta ad aumentare il numero dei linfociti tumore-specifici, normalmente molto rari e non in grado di combattere con successo la malattia. Recentemente, studi clinici condotti negli USA hanno dimostrato l'efficacia di linfociti geneticamente modificati con dei recettori antigene-specifici chimerici derivati dagli anticorpi chiamati CAR ("chimeric antigen receptors") in tumori del sangue a basso grado di malignità, come la leucemia linfatica cronica. I ricercatori del San Raffaele hanno sviluppato nei laboratori un recettore chimerico specifico (appunto un CAR) per l'antigene CD44v6, espresso invece in tumori ad alto grado di malignità, come la leucemia mieloide acuta e il mieloma multiplo. Merito degli studiosi milanesi è stato quindi l'isolamento dei linfociti da pazienti affetti da leucemia o mieloma e la loro successiva modifica con il CAR mediante vettori virali. Grazie all'espressione del CAR, i linfociti si sono dimostrati dei killers tumorali molto più potenti, sia dei normali linfociti, che dell'anticorpo d'origine, dimostrandosi capaci di eliminare completamente i tumori dei pazienti in diversi modelli preclinici. La clinica in futuro dirà se questa strada potrà avere successo nell'uomo.
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