giovedì 24 gennaio 2013
Dormendo s'impara
Grazie al sonno le esperienze della veglia trovano una logica, gli esperimenti scientifici dimostrano la relazione tra la qualità del sonno e quella della vita diurna. Il cervello ripercorre le esperienze vissute durante la veglia, le smonta, le cataloga e le immagazzina nelle varie aree. Qui restano sotto forma di ricordi per un mese, un anno o per una vita intera, a seconda della loro importanza e del loro impatto emotivo. Senza il riordino che il cervello compie nelle ore notturne, le esperienze del giorno verrebbero dimenticate. Spiega Robert Stickgold, della Harvard Medical School di Boston: «Quel che il cervello conosce al mattino è molto più della somma dei ricordi della sera precedente. Durante la notte infatti si è dato da fare per integrare le nuove esperienze con quelle già presenti, facendoci diventare più intelligenti. La memoria non riguarda il passato. La memoria serve al futuro. Quel che abbiamo vissuto deve fungere da insegnamento per evenienze simili. Ma nulla si ripete due volte in maniera esattamente uguale. Il cervello, per poter riutilizzare un'esperienza del passato, deve saperla trasformare in una regola generale».
Oziare, preparare un esame o allenarsi in uno sport sono attività che richiedono tipi di sonno diverso, nel primo caso, i ricordi da consolidare sono ridotti e di conseguenza anche la necessità delle ore di riposo. Nel secondo caso, occorrerà invece una buona dose di sonno della fase Rem, nel terzo caso serve la "fase due" del sonno, la più efficiente per fissare uno schema motorio. «Se insegniamo ai volontari una sequenza di movimenti con le dita della mano sinistra - ha osservato Stickgold - la notte noteremo un'attività più intensa del normale nell'emisfero destro, quello che sovrintende alla mano impegnata negli esercizi».
La carenza di sonno aumenta l'ormone grelina legato all'appetito e diminuisce la leptina, legata alla sazietà. Lo scarso riposo attiva anche i circuiti dello stress, cui l'organismo risponde con un desiderio di sensazioni appaganti come il consumo di cibi ricchi di grassi e zuccheri.
from: www.micomedicina.com
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