La leucemia promielocitica, una rara forma di tumore che conta al massimo 200 casi l'anno, colpisce soprattutto in primavera e in autunno. Questa tendenza ricorrente non ha ancora una spiegazione: «Noi ematologi abbiamo la percezione di un'incidenza a grappolo - spiega Francesco Lo Coco, dell'Unità operativa complessa laboratorio di oncoematologia del Policlinico Tor Vergata di Roma, a margine del convegno internazionale Leukemia 2012 - cioè di un elevato numero di casi concentrato in un ristretto periodo di tempo. Questo aspetto va analizzato con l'ausilio di epidemiologi. E' noto che nei Paesi scandinavi il numero di diagnosi è molto inferiore rispetto a quello registrato nei Paesi mediterranei e più vicini all'equatore. Si contano più casi nel Sud dell'Europa dunque, o anche nelle aree equatoriali e subequatoriali del Sudamerica. E' necessario uno sforzo congiunto per dare un senso a questi dati, un team multidisciplinare fatto di ematologi, epidemiologi e biologi molecolari può essere strategico».
La ricerca epidemiologica sulle malattie leucemiche scarseggia, le cause eziologiche non si conoscono, tranne qualche piccola associazione, per questo motivo istituire dei team multidisciplinari potrebbe portare a progressi significativi.
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