Si può guarire dal tumore, ma è meglio parlare di curabilità
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La stampa mondiale si occupa in questi giorni della guarigione dal cancro di grandi star di Hollywood, da Michael Douglas a Robert De Niro. Eppure i medici preferiscono non parlare di guarigione dal tumore, meglio parlare di curabilità. Carmelo Iacono, presidente dell'Aiom, associazione di oncologia medica, specifica che sotto la parola cancro si racchiudono tante malattie diverse e le possibilità di guarigione o di cura dipendono da vari fattori: il tipo di tumore, la diffusione, la precocità della diagnosi. Si può parlare di guarigione di un tumore quando sono trascorsi cinque anni, dieci o quindici dalla diagnosi, ma si tratta di guarigioni comunque a termine, non è detto che siano definitive.
«Gli strumenti che servono per guarire - precisa Filippo de Braud dell'Istituto europeo di oncologia di Milano - sono la chirurgia e la radioterapia. Ecco perché i tumori solidi, quanto più sono piccoli e localizzati, tanto più sono guaribili. Anche i farmaci possono farlo, ma quando le cellule del tumore sono tutte uguali: come succede per le neoplasie del testicolo e per i linfomi. Quando le cellule sono diverse, la chemioterapia può incontrare degli ostacoli e può succedere che la malattia ricompaia a distanza di tempo».
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