Statine, un ruolo nel trattamento del tumore mammario?
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L'ipotesi è di quella apparentemente molto affascinanti, almeno sotto l'aspetto della conoscenza scientifica. Esisterebbe una sorta di "alleanza maledetta" che lega l'avanzata del tumore della mammella con i meccanismi che favoriscono la formazione del colesterolo. In base a questa visione fisiopatologia allora, perché non pensare ai trattamenti impiegati per abbassare i valori del grasso nel sangue anche nell'approccio terapeutico alla neoplasia mammaria? E' questa, in estrema sintesi, l'ipotesi che fa pensare ad un ruolo delle statine nella cura di questa forma tumorale. A lanciarla è una ricerca tutta italiana, condotta al Laboratorio Cib di Area Science Park a Trieste in collaborazione con l'ateneo giuliano e l'Università di Padova. Lo studio, pubblicato su Nature Cell Biology, dimostra per la prima volta come la via metabolica che porta alla produzione di colesterolo sia in realtà particolarmente complessa e come coinvolga anche fattori chiave della genesi e dello sviluppo del tumore mammario: in particolare, pare che questi invisibili "incroci" siano importanti nel meccanismo che conduce a metastasi oltre che nel determinarsi della resistenza alla chemioterapia. Le statine, quindi, potrebbero influire sui processi che portano il tumore a "sfruttare" le vie che portano alla sintesi e all'impiego del colesterolo. Per saperlo, sono al via studi clinici mirati.
Statine
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