sabato 11 maggio 2013

Al via un progetto per fronteggiare ipertensione resistente e ictus

Al via un progetto per fronteggiare ipertensione resistente e ictus 

Materiale editoriale - Descrizione e modalità di aggiornamento

Mancano le cifre per definire con precisione le strategie d'attacco ad ipertensione che non si può controllare con i medicinali ed ictus cerebrale, due condizioni strettamente collegate tra loro con la prima che rappresenta il principale fattore di rischio per il secondo. E così in Lombardia ci si attrezza. Come? Con un progetto che punta a scoprire prima di tutto la realtà epidemiologica di alcuni fenomeni, prima tra tutti l'ipertensione resistente, per poi mettere a punto strategie mirate sempre più efficaci per contenere i rischi. L'iniziativa si chiama progetto Orme, acronimo che sta per Outcomes Research and Medtech Efficiency) e monitorerà la situazione in sette diverse aree. Oltre all'ipertensione resistente, si valuteranno la gestione del sangue in chirurgia, la morte improvvisa di natura cardiaca e lo scompenso, le malattie degenerative della colonna vertebrale, la sincope, la fibrillazione striale e lo scompenso cardiaco. L'obiettivo è quello di fare il punto sui reali numeri di questi fenomeni e soprattutto dei quadri che non vengono adeguatamente trattati con le strategie attualmente disponibili: ad esempio, parlando di pressione alta, circa il 20 per cento dei maschi e una donna su quattro si trovano a fronteggiare valori pressori alti, superiori cioè a 140 per la sistolica e a 90 di diastolica, con un evidente aumento del rischio di ictus e infarto.
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