Troppi esami non servono al cuore
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Più attenzione al dialogo con il paziente e meno esami diagnostici, che a volte sono inutili perché non offrono un sostanziale incremento sulle conoscenze e, soprattutto, possono anche creare stress immotivati. Per il cuore, ad esempio, ci vorrebbe molta attenzione a prescrivere esami come lo "score del calcio", che misura eventuali calcificazioni, indice indiretto di eventuali "blocchi" alla circolazione all'interno delle arterie. L'esame, che prevede l'esecuzione di una TC, non andrebbe eseguito ad esempio quando il paziente ha già una diagnosi di malattia coronarica oppure ha già subito il posizionamento di uno stent o ancora è stato sottoposto a by-pass. Allo stesso modo, il test non andrebbe eseguito prima di un intervento chirurgico, ovviamente in assenza di condizioni particolari, perché non dà informazioni precise sull'effettivo rischio futuro. Molto utile, sempre e comunque, è invece un'attenta stratificazione del rischio del singolo paziente, che può essere fatta utilizzando le Carte del Rischio. L'aubo delle TC coronariche è solo una delle 135 cattive abitudini entrate a far parte delle abitudini prescrittive pur senza una solida realtà clinica messe all'indice dalla campagna "Choosing Wisely", letteralmente scegliere con saggezza, lanciata negli Usa con lo scopo di ridurre l'eccesso di esami e l'ipermedicalizzazione di diverse condizioni che non sono così gravi, ma possono essere affrontate con maggior tranquillità. L'iniziativa è stata voluta dell'American Board of Internal Medicine Foundation, e ha coinvolto ben 17 società scientifiche d'oltre Oceano che hanno dato il loro contributo scientifico. La raccomandazione mira a medici e pazienti, che dovrebbero avere un rapporto più chiaro senza seguire "mode" scientifiche
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