lunedì 31 dicembre 2012

COMPUTER E NEUTRONI


Mescolare computer e neuroni sembra ancora un’idea lontana e quasi fantascientifica. Ma un recente esperimento dell’Università del Wisconsin dimostra che è possibile influenzare il comportamento dei neuroni, facendoli crescere e muovere attorno a nanomembrane costituite da minuscoli tubi semiconduttori di silicio e germanio. Si tratta di un tipo di interazione tra la tecnologia e i neuroni, che potrebbe avere molte ripercussioni anche per chi ha lesioni spinali.Nuovi esperimenti su neuroni e semiconduttoriIl mix tra computer e neuroni è l’oggetto di studio di alcuni studenti laureati presso l'Università del Wisconsin che, guidati da Minrui Yu e Yu Huang, hanno pubblicato uno studio ACS Nano, dal titolo complicato di "Semiconductor Nanomembrane Tubes: Three-Dimensional Confinement for Controlled Neurite Outgrowth". In questa ricerca gli scienziati mostrano che sono stati in grado di far crescere dei gruppi di neuroni attraverso piccoli tubi fatti di semi-conduttori e materiali di silicio e germanio. I neuroni sono le cellule che costituiscono il tessuto nervoso. Grazie alle loro proprietà fisiologiche e chimiche i neuroni sono in grado di ricevere, integrare e trasmettere impulsi nervosi.Anche se questa ricerca innovativa su computer e neuroni non può far presagire nel breve periodo dei cyborg o che il cervello umano venga strettamente intrecciato con parti di computer, tuttavia questo studio apre la porta alla possibilità di rigenerare le cellule nervose danneggiate a causa di una malattia o di un infortunio.Il team, guidato da Justin Williams, un ingegnere biomedico, ha creato tubi di varie dimensioni e forme, abbastanza piccoli perché una cellula nervosa possa infilarcisi, ma non così grandi che la stessa cellula possa entrarci completamente dentro. Le provette sono state poi rivestite con le cellule nervose di topo e quindi gli scienziati hanno studiato l’evoluzione della situazione per vedere come avrebbero reagito. Invece di rimanere ferme, le cellule nervose hanno iniziato a inviare filamenti attraverso i piccolissimi tubi, come se fossero in cerca di un cammino verso qualcosa o come se stessero cercando di andare da qualche altra parte. In alcuni casi le cellule hanno effettivamente seguito il contorni dei tubi, il che significa, in teoria, che i nervi possono essere coltivati in strutture.Le prospettive future della ricerca sui neuroni.Gli scienziati sapevano già da qualche tempo che i neuroni hanno una funzione di ricerca, ma non sono ancora sicuri su cosa stiano cercando o se sia solo un movimento casuale da parte loro. Con la creazione di neuroni che seguono percorsi pre-pianificati attraverso piccoli tubi, il team di ricerca spera di trovare la risposta a questa domanda. L’idea è anche quella di installare dei dispositivi di ascolto per registrare le emissioni elettriche dei nervi, cosa che potrebbe in teoria portare a registrare le “conversazioni” tra le cellule nervose.La speranza, naturalmente, in questo tipo di ricerca su computer e neuroni, è che si possa trovare un modo per connettere un computer di qualche tipo a un gruppo di cellule nervose per ristabilire la comunicazione che è stata interrotta. Il computer in questo caso potrebbe servire come un relè di sorta, permettendo a chi non può più camminare, per esempio, a causa di lesioni spinali o di una malattia, di riacquistare le proprie capacità motorie precedenti. A questo proposito, questa ricerca è ancora più rivelatrice di quanto possa sembrare a prima vista, perché i minuscoli tubi che sono stati creati, sono molto simili alla mielina, la guaina isolante che ricopre alcune parti delle cellule nervose normali. Sono simili alla mielina sia dal punto di vista fisico che elettrico.Inoltre, in questo esperimento sui neuroni è possibile controllare il diametro del tubo perché sia vicino a quello di un assone, fornendo un contatto limitato con la membrana dell'assone e isolandola potenzialmente dalla soluzione extracellulare. From : www.micomedicina.com

L'origano contro il tumore alla prostata

Scoperta una proprietà anti-tumorale dell'origano, contiene, infatti, una sostanza che uccide le cellule del cancro alla prostata. Lo ha dimostrato uno studio condotto da ricercatori della Long Island University, presentato all'Experimental Biology 2012, il congresso tuttora in corso a San Diego, Usa. Il team di Supriya Bavadekar, farmacologo della LIU, ha testato il carvacrolo, un componente dell'origano, sulle cellule del cancro alla prostata, dimostrando la sua capacità di spingere le cellule al suicidio. I ricercatori stanno cercando di capire come la sostanza induca le cellule tumorali ad autodistruggersi.«Un vantaggio significativo è che l'origano è usato comunemente negli alimenti- spiegano i ricercatori - e questo potrebbe tradursi in una diminuzione del rischio di gravi effetti tossici se usassimo questa sostanza come un'arma anti-cancro».
FROM : www.micomedicina.com

venerdì 28 dicembre 2012

Il pistacchio alleato della dieta

IL PISTACCHIO ALLEATO DELLA DIETA Inaspettatamente il pistacchio, soprattutto quando abbinato a pane e pasta, aiuta a mantenere basso il livello di glicemia nel sangue. La novità arriva da un recente studio pubblicato dall'European Journal of Clinical Nutrition in cui alcuni ricercatori canadesi hanno valutato, in dieci adulti sovrappeso, l'impatto sulla glicemia del consumo di pistacchi assunti insieme ad alimenti ricchi di carboidrati. La risposta glicemica si riduceva in modo significativo e in modo dose dipendente, rispetto a quando il pane veniva consumato da solo. In particolare, 56 grammi di pistacchi ingeriti insieme a pasta o riso parboiled, abbattono la risposta glicemica del 40% e del 20%, rispetto a pasta o riso mangiati da soli.
«Apparentemente, l'associazione di alimenti proposta in questo studio - commenta Donatella Caruso, professore di biochimica all'università degli Studi di Milano - può sembrare deleteria per una dieta, specie se ipocalorica, ma la presenza di alcuni tipi di grassi, come quelli della frutta secca e dell'olio d'oliva, riduce la risposta glicemica, probabilmente modificando l'assorbimento di carboidrati».
La frutta secca in genere è salutare, aiuta a dare senso di sazietà ed è per questo consigliata come spuntino tra i pasti. Una revisione appena pubblicata da Nutrition Reviews conferma quello che già era noto: la frutta secca dà vantaggi sul fronte cardiovascolare e aiuta nel controllo del peso.

mercoledì 26 dicembre 2012

Farmaco anti-cancro che blocca L'angiogenesi

In arrivo un farmaco anti-cancro che blocca l'angiogenesi
Si chiama lodamina, origina da un fungo ed è stato messo a punto con l'utilizzo di nanotecnologie: promette di combattere efficacemente molte forme di tumore colpendo i vasi sanguigni La SynDevRx, un'azienda privata di biotecnologie di Cambridge, nel Massachusetts produrrà un farmaco anti-cancro molto promettente. Si tratta della lodamina, un inibitore dell'angiogenesi e agisce sui vasi sanguigni che nutrono i tessuti tumorali inibendone la crescita e di conseguenza affamando il tumore. Questo farmaco è stato sviluppato grazie agli esperimenti del dottor Judah Folkman, ora scomparso, considerato il padre delle terapie antitumorali basate sull'inibizione dell'angiogenesi. Folkman e colleghi hanno lavorato su questo farmaco per circa 20 anni e ora sembra pronto. Viene somministrato in forma di pillola e non causa effetti collaterali. I test in laboratorio sui topi hanno mostrato la sua efficacia contro diverse forme di cancro, tra cui quello al seno, alla prostata, al cervello, all'ovaio, all'utero e contro il neuroblastoma.
Ofra Benny e gli altri ricercatori del Children's Hospital di Boston e dell'Harvard Medical School che hanno condotto i test e gli studi sulla lodamina, hanno spiegato che aiuta a bloccare i tumori primari e previene la loro diffusione.


Il farmaco, in origine, è stato isolato dal fungo Aspergillus fumigatus fresenius e in campo sperimentale era conosciuto come TNP-470. Le proprietà di questo fungo sono state scoperte casualmente da Donald Ingber: mentre cercava di far crescere le cellule endoteliali che rivestono i vasi sanguigni, la muffa aveva intaccato le cellule in modo da impedire la crescita dei capillari. Nel 1990, Ingber e Folkman avevano sviluppato il TNP-470 in Giappone con l'aiuto della Takeda Chemical Industries ma il farmaco agiva sul cervello e causava numerosi effetti collaterali tra cui depressione e vertigini e la somministrazione doveva essere continua, a causa della sua scarsa permanenza nell'organismo. I due ricercatori cercarono di migliorarlo ma non vi riuscirono.
La svolta si è avuta con il lavoro di Benny e colleghi che hanno utilizzato le nanotecnologie per attaccare due polimeri (a forma di pon pon) al TNP-470, per proteggerlo dagli acidi dello stomaco. La lodamina, il farmaco modificato, va dritto alle cellule tumorali e non causa effetti collaterali. Gli effetti sono molto positivi, riesce anche a distruggere melanomi e tumori polmonari.
I ricercatori hanno spiegato: "Dato che il metodo di somministrazione è orale, la pillola raggiunge prima il fegato, mostrandosi particolarmente efficace nei topi nel prevenire lo sviluppo di metastasi epatiche. La metastasi epatica è molto comune in molti tipi di tumore, e spesso è associata a una prognosi e a un'aspettativa di vita negative". Benny ha concluso: "Non mi sarei mai aspettato un effetto così forte su queste forme di tumore così aggressive". La ricerca è pubblicata su Nature Biotechnology.

Micoeditoriale Dicembre 2012

Micoeditoriale Dicembre 2012 Cari lettori ed amici dell’ONLUS, questo è l’ultimo micoeditoriale dell’anno 2012, ed è quasi obbligatorio tracciare un piccolo bilancio dell’anno “micomedico”che sta per finire. Luci ed ombre è quasi scontato, piuttosto schizofrenico così come l’andamento dello spread. Ho portato avanti la nostra battaglia fatta di ricerca e di progetti in ogni ambiente, puntando su tutto e non lasciando mai nulla di intentato. I risultati tardano a venire, ma non mollo statene pur certi, anche se a volte prende un po’ di sconforto sentendo sempre la stessa risposta: l’idea è buona ma questo non è il momento. Ma quando lo sarà mai in Italia, senza entusiasmo ! In oriente si dice che l’intenzione è tutto e che una cosa sicuramente si concretizzerà quando già si è realizzata nella propria testa. Se le cose stessero sempre così, sarei a cavallo e da tanto tempo !! Comunque l’importante è incamminarsi verso una giusta direzione, il resto arriverà. Come spero che arrivino a tutti voi e alle vostre famiglie i Migliori Auguri di un Felice Natale e di tante cose belle per l’Anno Nuovo. Fatte le doverose premesse, parliamo del mese micoeditoriale. L’ultimo dell’anno lo voglio con articoli di spessore: infatti il primo è uno dei miei cavalli di battaglia ed è sul Microbiota; cioè sulla popolazione microbica che alberga nel nostro intestino e sulla pelle e che, pensate, è circa 10 volte le cellule del nostro corpo! Un’interessante articolo della Cork University pubblicato Nature Reviews Neuroscience (1 Effetti dei microbi su pancia e cervello)ci dice che una condizione di stress emozionale altera la composizione del microbiota e , a sua volta, una condizione di stress infiammatorio intestinale altera l’attività cerebrale. Infatti con lo stress aumenta il rilascio di cortisolo e di adrenalina e noradrenalina che modifica l’equilibrio tra i ceppi batterici intestinali verso quelli patogeni permettendo a questi ultimi di entrare dentro l’intestino e. contemporaneamente, citochine infiammatorie dalla mucosa intestinale (prodotte insieme alla deflessione della risposta immunitaria TH2) attraverso il nervo vago e il sangue raggiungono il cervello attivando i circuiti dell’ansia e dello stress. Aggiungerei che quando questa situazione è cronicizzata nell’alterazione fissa della simbiosi (disbiosi) e con conseguente diminuzione della risposta TH2 (con eccesso relativo di TH1), si vira verso malattie come il diabete, la Sclerosi M. e il M. di Crohn o la rettocolite ulcerosa. Il secondo articolo di cui sono particolarmente fiero di presentarvi è quello sul movimento (2 Movimento che ripara le arterie: addirittura attraverso poche ore di camminata settimanale si riescono a produrre cellule staminali capaci di riparare le piccole lesioni delle arterie. Il terzo articolo è sulle nostre amiche piante contro il cancro (3 cancro, ecco la pianta velenosa che uccide le cellule malate) si chiama Thapsia garganica e ne è stato ricavato un farmaco (G202) modificando chimicamente la molecola la tapsigarginina detossificandola temporaneamente fino all’attivazione sul sito tumorale. Gli ultimi due sono dei nostri amici funghi in particolare da Taiwan l’Androdia camphorata con la dimostrazione dell’ azione antileucemica di un componente (acido deidroeburicoico) e stimolante l’apoptosi e il danno al DNA su modelli in vivo e in vitro. L’altro è Giapponese sull’Hericium erinaceus, la cui molecola attiva (Hericenone B) inibisce l’aggregazione piastrinica fattore fondamentale nella genesi dell’infarto o dell’embolia. Sperando di avervi fatto interessare vi rinnovo gli Auguri e.. ARRIVEDERCI AL 2013!!
 Dott Maurizio Bagnato MD Ph
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