martedì 21 ottobre 2014

Si può riparare il cervello?


Olle Lindvall, del Lund Stem Cell Center, non ha dubbi nel suo intervento a Bergamo Scienza. Non si può certo curare la malattia di Parkinson ad oggi con queste cellule, ma nemmeno si deve credere di non poter riparare alcuni danni cerebrali. Purtroppo il trapianto di staminali non è una soluzione per la malattia degenerativa visto che la malattia procede comunque, perché entrano in gioco diversi fattori che influenzano la patologia. Ma secondo Lundvall l'impiego di staminali dello stesso paziente potrebbe offrire importanti prospettive nella cura di altre condizioni.
Link: Riparare il Cervello

giovedì 16 ottobre 2014

Così i farmaci abbassano i valori di Psa


L'antigene prostato-specifico o Psa rappresenta sicuramente uno degli argomenti che più colpiscono la popolazione maschile, in particolare nella mezza età, quando la rilevazione del valore viene impiegata come strumento di screening per eventuali problematiche della ghiandola. Non stupisce quindi che le persone vogliano sapere se esistono farmaci in grado di abbassarne i livelli. Tralasciando per un attimo i medicinali impiegati per il trattamento del tumore prostatico, che hanno come effetto proprio la riduzione del Psa perché interferiscono con l'azione o la produzione del testosterone, non va però dimenticato che anche alcuni trattamenti non direttamente mirati al controllo di un'eventuale neoplasia o delle sue metastasi possono risultare utili per far scendere i valori di questo parametro. Ad esempio basti pensare all'azione dei classici inibitori della formazione del diidrotestosterone, come finasteride o dutasteride. La loro attività sul volume ghiandolare in caso di ipertrofia prostatica è ampiamente provata, ma si accompagna ad una riduzione dei livelli di Psa che mediamente possono essere doppi rispetto a quanto viene effettivamente rilevato in corso di terapia. Qualche riduzione - in genere poco significativa - del parametro si può avere anche nelle persone sottoposte a trattamenti con integratori o altri antiossidanti, così come gli antibiotici impiegati per la cura delle prostatiti hanno ovviamente un'azione sui valori di questo parametro.
Link: PSA

giovedì 9 ottobre 2014

Se uno streptococco crea problemi neurologici


Tic nervosi, paura immotivata di essere abbandonato, disturbi ossessivi-compulsivi in serie. E' iniziata così la storia di un bambino di due anni che è stato visitato da numerosi specialisti e che ha avuto diverse diagnosi errate prima di giungere alla soluzione meno evidente. All'origine di un quadro così complesso c'era un'infezione da streptococco, e il quadro che si è creato era di origine autoimmune, indotto proprio dal batterio. La malattia anche anche un acronimo che la definisce: Pandas, che sta per Pediatric Autoimmune Neuropsychiatric Disorders Associated with Streptococcus.
link :Se uno streptococco crea problemi neurologici

martedì 7 ottobre 2014

Carcinoma prostatico, non sempre serve il bisturi


Come comportarsi quando si scopre un tumore della prostata? E' sempre necessario che il primo atto sia quello chirurgico di asportazione della ghiandola o si possono studiare strade alternative che non prevedano l'immediato ricorso al bisturi? A queste domande hanno risposto gli specialisti presenti nei giorni scorsi a Firenze per il Congresso della Società Italiana di Urologia. La linea da tenere, in base a quanto riporta la letteratura scientifica, non sembra essere sempre e comunque interventista: quando il tumore è di grado basso o addirittura molto basso anche un atteggiamento di osservazione vigile può essere più che giustificato. "Le classi di rischio, divise secondo diversi parametri, sono cinque: molto basso, basso, intermedio, alto e molto alto. Se è molto basso o basso è il caso di non fare nulla e controllare l'ipotetica evoluzione nell'arco dell'anno successivo alla diagnosi". Queste parole del presidente della Società Italiana di urologia Giuseppe Martorana spiegano perfettamente l'atteggiamento che oggi gli esperti puntano a tenere nei confronti di questa neoplasia, che pone a rischio un maschio su 16 sopra i 50 anni. Sul fronte della prognosi, la mortalità appare in calo costante. In questo caso tuttavia per gli esperti va sottolineata l'importanza della possibilità di diagnosi precoce, estremamente aumentata negli ultimi anni. sempre secondo Martorana, oggi su dieci pazienti che si operano solo due o tre sono considerati in stadio avanzato.
link: Carcinoma Prostatico