mercoledì 2 gennaio 2013

Amanita Phalloides possibile cura del cancro ?

L’Amanita Falloide (Amanita phalloides o Tignosa verdognola) è un fungo mortale della famiglia delle Amanitaceae. E’ forse uno dei funghi più pericolosi esistenti in natura perché, oltre a contenere un veleno molto potente, per la forma, il colore e l’elevato polimorfismo è facile confonderlo con altre specie di funghi commestibili. Ma ora sembra che la sua cattiva fama stia per essere cancellata da una notizia che riguarda la ricerca sul cancro.
Amanita Phalloides
I ricercatori del DFKZ, Centro tedesco di Ricerca sul Cancro(Deutsches Krebsforschungszentrum), insieme al NCT, il Centro Nazionale per le malattie tumorali Heidelberg e al Max Planck Institute for Medical Research, infatti, hanno scoperto che il veleno contenuto nell’Amanita Falloide è in grado di distruggere e arrestare la crescita delle cellule tumorali di diversi tipi di cancro come quello al colon, alla prostata, alseno e ai condotti biliari. La tossina contenuta nell’Amanita Falloide, conosciuta come Amanitina, riesce ad uccidere le cellule cancerogene senza danneggiare in nessun modo l’organismo del paziente. L’immunologo Gerhard Moldenhauer che insieme al professor Heinz Faulstich ha condotto lo studio sugli effetti dell’amantinia ha verificato, sia nei test in vitro che sulla sperimentazione animale, come l’anticorpo specifico utilizzato attacchi una proteina presente sulla superficie delle cellule tumorali chiamata EpCam (Epithelial cell adhesion molecule). In questo modo i ricercatori sono riusciti a spedire a domicilio il veleno andando ad attaccare le cellule cancerogene senza intaccare quelle sane. I ricercatori hanno altresì scoperto come si formi un legame chimico stabile tra il veleno e le cellule cancerose che rende la sostanza totalmente sicura.
E c’è di più. Durante la sperimentazione ci si è accorti come sia sufficiente una sola iniezione in loco per fermare il tumoree ulteriori due con dosi più elevate di tossina per ottenere la completa regressione del cancro nel 90% dei casi. Il risultato più importante è sicuramente il fatto che la tossina non abbia provocato nessun effetto collaterale negli animali sulla quale è stata testata. Ulteriori studi ci permetteranno di capire se non esistono effetti collaterali a lungo termine. Solo dopo i dovuti controlli si potrà sperare di avere inalmente trovato una cura per il cancro.

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