martedì 9 luglio 2013

Così il sangue cura le malattie

Così il sangue cura le malattie 

Materiale editoriale - Descrizione e modalità di aggiornamento

I classici esami ematochimici rivelano giorno dopo giorno la loro sempre maggior importanza nella diagnosi di patologie. Basti pensare ai test che offrono informazioni sull'infarto fin dalle fasi iniziali dell'attacco cardiaco, i controlli per l'embolia polmonare e i marcatori di eventuale progressione di patologie neoplastiche. Ma gli sviluppi più impressionanti degli ultimi anni sono nel campo terapeutico: come ricorda Vincenzo Toschi, direttore del servizio di immunoematologia e medicina trasfusionale all'Ospedale san Carlo Borromeo di Milano. Per comprendere quanto questo approccio terapeutico sia sempre più importante si può pensare alla trasfusione di staminali e al loro impiego nel ripopolamento del midollo osseo distrutto in seguito a chemioterapia che portano all'aplasia. Ma non è l'unico esempio dell'utilità del sangue nel trattamento delle patologie. Ad esempio in caso di emorragia acuta se l'organismo non è in grado di sostenere il ridotto apporto di ossigeno si può effettuare una sorta di "trasfusione mirata", basata sull'impiego di globuli rossi concentrati. Oppure, se ci sono difetti della coagulazione del sangue, una nuova via prevede l'impiego di plasma fresco congelato. "E' necessario questo trattamento per la cirrosi epatica e nei pazienti con terapie anticoagulanti o con elevato rischio trombotico - spiega Toschi. Il plasma viene anche impiegato anche per combattere la formazione di microtrombi nel circolo ematico, quali quelli che si osservano nei gravi traumatizzati, nei pazienti con setticemia, in quelli con neoplasie e metastasi".
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