venerdì 19 luglio 2013

Test del DNA, l’Italia segna il passo

Test del DNA, l’Italia segna il passo 

Materiale editoriale - Descrizione e modalità di aggiornamento

Angelina Jolie ha fatto scuola. Oggi, malgrado la non certissima attendibilità dei risultati, almeno 5 americani su 100 si sottopongono a test genetici preventivi per conoscere per tempo la predisposizione ad aventuali malatattie gravi, ma anche solo per sapere la capacità di metabolizzare la caffeina o il latte, o ancora la probabilità di diventare obesi. Sempre più persone mettono la propria saliva in una provetta e, dopo aver compilato un modulo via web, la mandano a laboratori esteri, che in due-tre settimane, forniscono a domicilio un'analisi genetica. I costi poi sono da discount: 99 dollari, rispetto ai 1000 di un centro specializzato. Ma al di là di questo supermercato per clienti ipocondriaci, quello che preoccupa i genetisti italiani è che il nostro Paese segna il passo, sia sul fronte tecnologico, macchine e software per analizzare il DNA, sia per la scarsità di personale formato a questo scopo. E non avere la tecnologia bio infornatica e le competenze per usarla significherà obbligare l'Italia a una sudditanza medica verso Paesi più evoluti. Nel 2020 finiranno gli studi di analisi sull'esoma, che contiene la parte codificante Dna dove si annidano la maggior parte delle malattie e arriveranno macchine a nanopori che leggeranno il Dna in sequenza senza bisogno di amplificazione, e quindi senza rischio di incorrere negli errori attuali. A quel punto davvero la medicina predittiva avrà piena cittadinanza.
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